Carissimi,
la cosa principale da mettere in rilievo oggi sulla Santa Messa celebrata dal Santo Padre nella cappella di Casa Santa Marta, sono senz’altro i cinque minuti di adorazione eucaristica dopo la comunione: un ostensorio semplice, pregiato si, ma con gli stessi problemi di alcuni comuni ostensori … cioè con la croce in alto anche leggermente storta … come a voler sottolineare che in Vaticano succedono tutte le cose che succedono nel mondo, con un indiretto richiamo alla “semplicità di Dio” tanto sottolineata nei giorni scorsi.
Segue anche oggi la trascrizione della monizione introduttiva, dell’antifona d’ingresso, il riferimento alle letture del giorno dal sito dei Benedettini Silvestrini, la catechesi del Papa, e due scatti dal momento di adorazione eucaristica, in particolare la Benedizione con il Santissimo Sacramento.
Terni 17 Marzo 2020
Ave Maria!
Marco.
Io vorrei che oggi pregassimo per gli anziani, che soffrono questo momento in modo speciale, con una solitudine interna molto grande, e delle volte con molta paura: preghiamo il Signore perchè sia vicino ai nostri nonni, alle nostre nonne, a tutti gli anziani, gli dia forza; loro ci hanno dato la saggezza, la vita, la storia: anche noi siamo vicini a loro con la preghiera.
Io ti invoco mio Dio, dammi risposta rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera; custodiscimi o Signore come la pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali ..
Letture: Dn 3, 25. 34-43; Sal.24; Mt 18, 21-35.
(a) Gesù …. gli viene di fare una catechesi sull’unità dei fratelli … e la finì con una bella parola: “vi assicuro che se due di voi, due o tre, si metteranno d’accordo e richiedono una grazia, gli sarà concessa”.
L’unità, l’amicizia, la pace fra i fratelli attira la benevolenza di Dio, e Pietro fa la domanda: sì ma alle persone che ci offendono cosa dobbiamo fare? Se mio fratello commette colpe contro di me, mi offende, quante volte dovrò perdonargli? Sette volte?
E Gesù rispose con quella parola che vuol dire, nell’idioma loro … sempre: settanta volte sette.
Sempre si deve perdonare!
E non è facile perdonare, perché il nostro cuore egoista è sempre attaccato all’odio, alle vendette, ai rancori: tutti abbiamo visto famiglie distrutte dagli odi familiari.
Eh … si rimandano ad un’altra generazione: fratelli che davanti alla bara di uno dei genitori non si salutano, perché portano avanti rancori vecchi …
Sembra che … sia più forte l’attaccarsi al odio che all’amore, e questo è proprio il … il tesoro diciamo così del diavolo, no? Lui si accovaccia sempre fra i nostri rancori, fra i nostri odi, e li fa crescere: li mantiene li, per distruggere … distruggere tutto, e tante volte per cose piccole … distrugge …
… e anche si distrugge questo Dio che non è venuto per condannare ma per perdonare, questo Dio che è capace di fare festa per un peccatore che si avvicina e dimentica tutto.
Quando Dio ci perdona dimentica tutto il male che abbiamo fatto!
Qualcuno diceva “è la malattia di Dio” … è … non ha memoria, è capace di perdere la memoria in questi casi: Dio perde la memoria delle storie brutte di tanti peccatori, nei nostri peccati ci Perdona e va avanti …
Ma ci chiede soltanto “fa lo stesso, impara a perdonare, non portare avanti questa croce non feconda dell’odio, del rancore di ‘me la pagherai'”: questa parola non è ne cristiana ne umana.
La generosità di Gesù che ci insegna che per entrare in cielo dobbiamo perdonare, anzi, ci dice “Tu vai a messa? sì” ma se quando vai a messa ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te riconciliati prima, non venire da me, con l’amore verso di me in una mano e l’odio col fratello nell’altra.
Coerenza, di amore: perdonare, perdonare di cuore!
C’è gente che vive condannando gente, parlando male della gente, continuamente sporcando i suoi compagni di lavoro, sporcando i vicini, i parenti, perché non perdonano una cosa che gli hanno fatto o non perdonano una cosa che non gli è piaciuta!
sembra che la ricchezza proprio del diavolo è questa: seminare l’amore al non perdonare, vivere attaccati a non perdonare.
Il perdono è condizione per entrare in cielo … eh …
La parabola che Gesù ci racconta eh .. è molto chiara: perdonare!
Il Signore ci insegni questa saggezza del perdono, che non è facile, e facciamo una cosa: quando noi a andremo a confessarci, a ricevere il sacramento della riconciliazione, prima chiediamoci: “Io perdono?”
Se io sento che non perdono, non fare finta di chiedere perdono, perché non sarò perdonato!
Chiedere perdono significa perdonare: sono insieme ambedue, non possono separarsi, e coloro che chiedono perdono per se stessi, come questo signore che il padrone perdona tutto, ma non danno perdono agli altri finiranno come questo Signore: <<così anche il padre mio Celeste farà con voi se non perdonerete di cuore ciascuno al proprio fratello>>
il Signore ci aiuti a capire questo, e abbassare la testa, a non essere superbi, a essere magnanimi nel perdono … almeno perdonare per l’interesse!
Come mai? Si, perdonare perchè se non perdono non sarò perdonato, almeno questo!
Ma sempre il perdono!