La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.
Da alcune settimane le lettura della liturgia, ed in particolare le pericopi del Vangelo, continuano a presentarci Gesù come “pane della vita”, anche per ricordarci l’importanza della Santa Eucarestia nella vita quotidiana del cristiano.
Nel suo Magistero (al punto 1325 del Catechismo della Chiesa Cattolica) la nostra Santa Madre Chiesa ci insegna che: “L’Eucarestia è il segno efficace e la causa sublime di quella comunione nella vita divina e di quella unità del popolo di Dio, per mezzo della quale la Chiesa è mantenuta in essere”.
Il termine “Eucarestia” significa sostanzialmente “ringraziamento” … quindi, oggi, pieni di Spirito Santo, rendiamo grazie a Dio per questo dono prezioso!
Nella prima lettura il Dio-Sapienza, ci invita al suo banchetto, ma solo gli “umili” possono apprezzare e trarre un vantaggio da questo invito: coloro che sono saggi solo secondo lo standard di questo mondo non hanno modo di comprendere questo mistero!
L’Eucarestia è un banchetto speciale in cui Cristo è sia colui che dona che il dono: sia il sacerdote che l’agnello sacrificale!
Nel contemplare il Vangelo di oggi ed in particolare quando Gesù ebbe ad affermare “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chiunque mangia questo pane vivrà in eterno…” gli ebrei si infuriarono per le sue parole, perchè erano ripieni di orgoglio e mancavano di vera saggezza: non riuscivano a comprendere cosa intendesse il Cristo, e rifiutavano la via dell’umiliazione che conduce alla saggezza nelle vie di Dio.
Nella lingua ebraica il termine che si usa per indicare un “corpo” significa in realtà più propriamente “persona”, ed il termine “sangue” esprime anche quello di “vita”, mentre il popolo ebreo che ascoltava Gesù si limitarono ad una interpretazione “fisica” del soggetto di Gesù.
Ci dovrebbe risultare evidente come anche ai nostri giorni alcuni individui sembrano voler agire esattamente come gli ebrei, presumendo di poter analizzare e comprendere ogni mistero della fede con la loro “limitata” saggezza umana, per cui, come gli ebrei, si chiedono ancora “Come ha potuto darci il suo corpo e il suo sangue da mangiare e da bere?” Cristo è davvero presente nell’Eucaristia?”
Gesù usa l’immagine della sua “carne” data per la vita del mondo”: Gesù venne nella “carne” quando divenne Vero Uomo per sconfiggere i poteri che risiedono nella carne e quindi condurre ogni uomo alla salvezza eterna! Come “logos” eterno, scese nella carne umana per sconfiggere il potere della morte, e questa vittoria la operò sulla Santa Croce! È infatti sulla sua passione in croce che il potere vivificante della sua venuta nel mondo giunge alla sua massima espressione.
Pertanto, la morte di Gesù è una morte che dona la vita, poiché rende possibile la salvezza … ma per “prendere parte” alla salvezza, una persona deve rispondere”mangiando” proprio quel pane, e cioè la sua carne.
L’atto del “Mangiare” risulta essere una metafora molto forte in termini di “accettazione” e “ricettività” : implica una totale accettazione di Gesù ed una unione spirituale con Colui che è venuto per dare la sua vita per la vita del mondo.
Quando la Chiesa celebra l’Eucarestia, commemora la Pasqua di Cristo, ed in ogni Santa Messa il Suo sacrificio sulla croce è reso presente ai nostri occhi: ogni Eucarestia non è un quindi un nuovo sacrificio, ma una ripresentarsi del sacrificio unico che Cristo ha offerto una volta per tutte sulla croce.
“Fate questo per ricordarvi di me”
Gesù disse queste parole nella serata in cui istituì la Santa Eucarestia, alcune ore prima della sua passione e poi morte in croce, una “connessione” che è in grado di sottolineare sottolinea il ruolo centrale della morte e della resurrezione di Cristo nella nostra fede.
Anche per queste cose L’apostolo Paolo nella seconda lettura della liturgia di oggi ci avverte: «Siate prudenti e comportatevi come uomini intelligenti e non stolti… non siate sconsiderati, ma comprendete la volontà del Signore… rendendo sempre e in ogni luogo grazie a Dio…»
Solo le persone intelligenti e capaci di vera riflessione sono in grado di “vedere” ed “incontrare” Gesù Cristo nella Santa Eucaristia: sono coloro che non dubitano che Gesù Cristo è il pane vivo della vita ed è realmente presente nella Santa Eucaristia, e sono capaci di rispondere all’invito di Dio ad avere vita e vera saggezza; essi sanno che è vera volontà di Dio che noi abbiamo la vita nella sua pienezza, e sanno che questa pienezza di vita è in Cristo, il pane vivo della vita.
Alcuni di noi potrebbero trovarsi ad avere ragioni “apparentemente buone” per non rispondere positivamente al banchetto eucaristico, tuttavia, la verità è che nessuna ragione è abbastanza buona per non rispondere all’invito di Dio a condividere il suo banchetto e la vera saggezza! Nessuna motivazione è abbastanza buona per non accettare la vita che Gesù ci offre liberamente attraverso l’Eucarestia.
Quindi, cari fratelli e sorelle, umiliamoci e ascoltiamo questa chiamata molto importante da Dio.
Tutto ciò che ci è chiesto di fare è di “lavorare” su quegli ostacoli che ci impediscono di ricevere degnamente il corpo e il sangue di Cristo, cercando consiglio e riconciliazione con Gesù attraverso il sacramento della Penitenza.
Lui stesso ha detto: «Chi mangia di me vivrà per me» … ed ancora oggi, il salmista ci ricorda: «Gustate e vedete quanto è buono il Signore!»
Roma 18 Agosto 2024
Padre Isaiah Mwango, SDB