Carissimi,
oggi 22 Luglio 2018, a Medjugorje la consueta celebrazione eucaristica vespertina è stata presieduta da Mons. Henryk Hoser nell’occasione dell’inizio del suo ministero pubblico di visitatore apostolico a carattere speciale della parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e “ad nutum sactae sedis” (a disposizione della Santa Sede), con lo specifico incarico di occuparsi di tutto quanto riguarda la “cura Pastorale dei Fedeli”: un incarico quindi che non prevede che lui entri direttamente nel merito della veridicità delle apparizioni, per quanto dalla sua omelia il suo “pensiero privato” in merito risulti chiaramente comprensibile.
Concelebravano il Nunzio Apostolico in Bosnia Herzegovina Mons. Luigi Pezzuto (cosa che pochi hanno notato, ma sicuramente una presenza più significativa forse dello stesso celebrante), ed il Vescovo di Alessandria Mons. Guido Gallese, pellegrino a Medjugorje da molti anni, sicuramente da prima che fosse ordinato Sacerdote, oltre ovviamente al parroco fra Marinko Šakota e al Provinciale fra Miljenko Šteko, che è anche presidente dei Provinciali europei dell’Ordine dei Frati Minori.
All’inizio della Celebrazione il Nunzio ha dato lettura della bolla con l’incaro di Mons. Hoser in lingua Italiana, il Parroco ne ha dato lettura in lingua Croata, ed il Provinciale ha dato il benvenuto al Vescovo a nome di tutta la parrocchia e della provincia Francescana; quindi Padre Marinko ha poi letto in prima persona il significativo e pertinente Vangelo del giorno, dopodichè Mons. Hoser ha “letto” la sua omelia in Italiano, tradotta simultaneamente in Croato da Marija Dugandžić a beneficio del consueto servizio di traduzione simultanea (il resto della traduzione era a cura di Josip Odak, veterano di questo preziosissimo servizio insieme a Marija).
Non essendo potuto essere presente sul posto, anche perché la notizia di questa celebrazione è arrivata solo Venerdì scorso, ho seguito via Internet tutta la celebrazione della quale ho “salvato” dei fotogrammi, e ho trascritto tutta la bellissima e profonda omelia, che condivido con voi a fine messaggio.
E’ stato molto significativo, durante la celebrazione, sentir pregare “per il vescovo Henryk e per il nostro vescovo Ratko”, così come da notare sono stati i due inviti ad un “tempo di silenzio”: il primo che è stato fatto subito dopo la lettura dell’Omelia “in ringraziamento della presenza del Signore nella sua parola” e l’altro subito dopo la comunione, inviti fino ad oggi non comuni a Medjugorje ma tipici delle liturgie in Piazza San Pietro: probabilmente è stato questo il primo segno visibile dell’opera concreta di Mons. Hoser.
Al termine della Messa un commosso Padre Marinko ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza (si trovava in loco già dai primi di Luglio), il Santo Padre per averlo mandato, e come piccolo “segno di gratitudine” ha regalato a nome della parrocchia un mazzo di fiori e la Parola di Dio (presumibilmente in lingua croata).
L’arcivescovo ha quindi rivolto un breve saluto spontaneo nel quale ha invitato tutti a “cominciare insieme un cammino” …
Vi lascio quindi alla lettura dell’Omelia, di contenuto molto esplicito e significativo: in sostanza, parla da se ….
Resta comunque evidente come il giorno di inizio del ministero di Mons. Hoser sia stato scelto in un giorno che prevedeva la Lettura di un brano della Parola decisamente “pertinente”!
Terni (Medjugorje) 22 Luglio 2018
Ave Maria!
Marco Piagentini.
Eccellenza mons. Nunzio Apostolico in Bosnia Herzegovina (mons. Luigi Pezzuto), eccellenza il vescovo della diocesi di Alessandria (mons. Guido Gallese), reverendo Padre Provinciale, cari sacerdoti, care persone della vita consacrata, cari fedeli della Parrocchia di Medjugorje, cari Pellegrini, fratelli e sorelle:
Dice il Signore: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio Pascolo”.
Il Santo Padre, Pastore universale della Chiesa, prende come sue queste parole del profeta: ci invia li dove esiste e vive la gente, dove i fedeli si radunano cercando la luce di salvezza.
Oggi il Signore ci dà un incomparabile esempio e modello missionario: sceso dalla barca egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchè erano come pecore che non hanno pastore, e si mise ad insegnare loro molte cose.
Il Santo Padre invia nel mondo intero gli apostoli e i missionari secondo l’ordine di Cristo: “andate dunque e fate discepoli in tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato, ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Riuniti nella Santa Messa Domenicale siamo dunque sensibili alle parole di San Paolo, apostolo delle nazioni; lui dice allora: “Voi, che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al Sangue di Cristo: egli è venuto ad annunciare pace a voi, che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini”.
A Medjugorje vengono i pellegrini da lontano, da circa 80 paesi del mondo, la distanza “lontano” significa allontanamento spaziale misurato per i chilometri percorsi; per percorrerli bisogna avere una motivazione ferma e decisa, ed anche disporre di mezzi importanti per compiere i tanti viaggi.
Ma la parola “lontani” significa ancora un altra cosa: significa una situazione “esistenziale” di tanti che si sono allontanati da Dio, da Cristo, dalla loro Chiesa, e dalla Luce che da senso alla vita, per orientarla e darle uno scopo vitale degno, che vale la pena di essere vissuto.
Adesso possiamo capire meglio perchè il Santo Padre ha inviato a Medjugorje il Visistatore Apostolico: la cura pastorale esige di assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio.
Questa missione concerne ugualmente non soltanto i lontani, ma pure i vicini, così anche in un duplice senso: vicini, perchè abitano da generazioni questi luoghi e territori; vicini, perchè sono i parrocchiani di Medjugorje; vicini, perchè sono da 37 anni testimoni di tanti eventi di questa regione; in un altro senso, sono vicini anche tutti quelli che vivono una fede ardente e calorosa, che vogliono essere in contatto intimo e riconoscente con il Signore risuscitato e misericordioso.
Poniamo adesso la questione fondamentale: perchè tanta gente si reca ogni anno a Medjugorje?
La risposta che si impone è questa: vengono per incontrare qualcuno, per incontrare Dio, incontrare Cristo, incontrare la sua Madre, e poi scoprire la strada che conduce alla felicità di vivere, e vivere nella casa del Padre e della Madre; finalmente, per scoprire la strada mariana come quella più certa e sicura: è la strada del culto mariano che si svolge da anni, cioè quel culto sacro nel quale vengono a confluire il culmine della sapienza e il vertice della religione, e che pertanto è compito primario del popolo di Dio.
Si tratta davvero di un culto Cristocentrico, perchè da Cristo trae origine ed efficacia, in Cristo trova compiuta espressione, e per mezzo di Cristo, nello Spirito, conduce al Padre, diceva il Santo Padre Paolo VI.
Il Concilio Vaticano II sottolinea con forza che le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti della sana ed ortodossa dottrina, si sviluppino in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo, ed intorno ad esso gravitino come al loro naturale e necessario punto di riferimento.
E poi, non è inutile ritornare per dissipare dubbi, e soprattutto per favorire lo sviluppo di questa devozione alla Vergine, che nella Chiesa trae le sue motivazioni dalla parola di Dio, e si esercita nello Spirito di Cristo, diceva ancora Papa Paolo VI nella Marialis Cultus.
Tale è la devozione popolare a Medjugorje: al centro la Santa Messa, l’adorazione del Santissimo Sacramento, una “massiva” frequenza del sacramento della penitenza, accompagnate dalle altre forme di pietà, il Rosario, la Via Crucis, che fanno si che le pietre – prima ruvide – dei sentieri, diventino lisce.
I Pellegrini consacrano il loro tempo per essere presenti nello spazio di medjugorje; a questo proposito il Santo Papa Giovanni Paolo II diceva che come il tempo può essere scandito dai “Kairoi”, momenti speciali di grazia, in modo analogo lo spazio possa essere segnato da particolari interventi salvifici di Dio; è questa, del resto, un intuizione presente in tutte le religioni nelle quali si trovano non solo tempi ma anche spazi sacri, nei quali l’incontro con il Divino può essere sperimentato in modo più intenso di quanto non avvenga abitualmente nell’immensità del cosmo.
Medjugorje ci offre il tempo e lo spazio della Grazia Divina per intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, venerata qui con l’appellativo di “Regina della Pace”.
Questo appellativo è ben conosciuto tramite le litanie lauretane.
E’ vero: il mondo ha tanto bisogno di Pace, la pace del cuore di ciascuno, la pace nella famiglia, la pace sociale e la pace internazionale, tanto desiderata da tutti, specialmente dai cittadini di questo paese, così provato dalla guerra dei balcani.
Per la pace, significa costruire una civilità fondata sull’amore, sulla comunione, sulla fraternità, sulla giustizia e quindi sulla pace e la libertà.
La Madonna, Madre del Principe della Pace, annunziato dai profeti, sia la nostra protettrice, la nostra Regina, la nostra Madre.
Amen.
Il video della registrazione dal feed ufficiale della parrocchia, da cui ho trascritto l’omelia, è visibile al link
https://www.youtube.com/watch?v=HtApXRBVp-Q
Un album con alcuni frame della diretta video è disponibile al seguente link: https://www.facebook.com/djgiap/media_set?set=a.10214626867438103&type=3
Il bellissimo album di Djani è invece raggiungibile qui: https://www.facebook.com/pg/foto.djani/photos/?tab=album&album_id=1781797175190245