Riflettiamo sulla prima strofa del Veni Creator Spiritus
Veni, creator Spiritus, mentes tuorum visita, imple superna gratia, quae tu creasti pectora. | Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. |
Soprattutto durante la novena di pentecoste è importante riflettere sul senso di questa preghiera, che riflette l’esperienza millenaria della chiesa
L’inno inizia con una invocazione allo Spirito Santo “Creatore”, a cui la Chiesa chiede in prima istanza di “visitare” le “menti” di coloro che gli appartengono: lo spirito è quindi innanzitutto invocando lo Spirito Santo e qualificandolo per ciò che Lui è, cioè CREATORE.
Si attesta poi un altro “fatto”, cioè che gli “apparteniamo”: in questo contesto di verità teologiche, gli si chiede “invocandolo”, cioè chiamandolo “per nome”, di “visitare” le nostre “menti” ed in generale le “menti” di tutti coloro che gli appartengono
Chi ci convincerà infatti “di peccato”? Lo Spirito Santo!
Chi guiderà i nostri pensieri verso vie di santità? Lo Spirito Santo!
Nella nostra “mente” c’è la sede delle nostre decisioni: è quel misterioso luogo in cui anima e corpo coabitano, e la prima influenza il secondo, con tutti i suoi limiti, anche e soprattutto biologici (psicologici, psichiatrici, e non solo)
Continuiamo con “imple superna gratia, quae tu creasti, pectora”, la cui traduzione italiana comune è “riempi della tua grazia i cuori che hai creato”: in questo caso ci si lascia alle spalle quel “superna”, che è un delizioso quanto vero “complimento” che l’uomo fa alla natura della “grazia” che promana dal suo Creatore, la quale grazia è appunto “superna”
Quindi il significato “letterale” del termine “superno”, che in un contesto ordinario significa appunto “posto al di sopra” o anche “che galleggia” diventa per eccellenza “celeste”, “divino”, tipico cioè di una grazia di “dimensione” tale che non può scaturire da creatura umana, un qualcosa che “sovrasta le nostre vie come il cielo sovrasta la terra”.
Ecco quindi, in conclusione, che nella fine del primo versetto si finisce per chiedere allo Spirito Santo che “riempa di una grazia alta”, di quelle che “vengono dal cielo”, i “cuori” che Lui stesso ha creato! I cuori … in questo caso, non le menti, che poco prima gli si chiedeva invece di “visitare”
Si tratta di piccoli particolari, di sfumature se vogliamo, che però fanno intuire la profondità e la ricchezza del magistero della Chiesa … ricordiamoci che il Rinnovamento Carismatico Cattolico è nato altresì con la recita di questa preghiera … che la chiesa ancora recita solennemente in tutte le occasioni in cui deve prendere decisioni important, ad esempio prima di un conclave.
1 Giugno 2022
Ave Maria!
Marco