La preghiera pubblica e comune del popolo di Dio e giustamente ritenuta tra i “principali compiti della Chiesa” (Principi e norme per la liturgia delle ore).
La diffusione della liturgia delle ore tra i battezzati è uno dei segni più limpidi del rinnovamento dovuto all’impulso del Concilio Vaticano II: nelle epoche precedenti, per varie motivazioni, la Liturgia delle ore era diventata la preghiera tipica dei chierici, alla quale sono obbligati in forza del loro stato di ministri. Da essa, di fatto, erano esclusi i laici, sia per la complessità delle norme da seguire sia per l’uso della obbligatorio lingua latina.
Per venire incontro alle necessità spirituali del popolo, nel passato (anche recente) erano diffusi manuali di preghiere varie, che hanno nutrito la fede quotidiana di tanti battezzati.
Il rinnovamento liturgico del XX secolo ha portato una rinnovata consapevolezza del mistero della Chiesa e del valore del popolo di Dio, un popolo che è sacerdotale nel suo complesso, come ricorda la Scrittura.
Si capisce come la Liturgia delle Ore sia soprattutto una preghiera comunitaria e in questa caratteristica risplende il suo valore peculiare: «L’esempio e il comando del Signore e degli apostoli di pregare sempre e assiduamente non si devono considerare come una norma puramente giuridica, ma appartengono all’intima essenza della Chiesa medesima, che e comunità e deve quindi manifestare il suo carattere comunitario anche nella preghiera». (Principi e norme della liturgia delle ore, punto 9).
Il punto appena citato ricorda la storia della formazione di questa preghiera, nata come espressione di preghiera personale, legata ai vari momenti del giorno, e trasformatasi ben presto in preghiera comunitaria.
Preghiera ufficiale della Chiesa, la liturgia delle ore ha una struttura intrinseca comunitaria: nella preghiera comune si riflette l’immagine della Chiesa sposa che invoca il suo Signore.
Tuttavia, anche nella preghiera del singolo battezzato, si riflette, sia pure in modo minore, la medesima dimensione ecclesiale.
Alla luce di quanto detto finora, inviterei chi mi legge a considerare l’ipotesi di potersi muovere verso una direzione “diversa”: se consideriamo i prossimi mesi di vacanze estive, essi permetterebbero di scoprire la bellezza e il valore della preghiera liturgica delle ore!
Mi sembra importante non abbandonare questa ricchezza, dal tipico tono ecclesiale: è vero che la vita quotidiana e ordinaria ha contrario, spesso il senso del ritmo giornaliero della liturgia delle ore … le lodi al mattino e i vespri verso sera, l’ora media a metà della giornata e compieta come ultimo gesto di fede e abbandono in Dio.
Dato per assodato tutto questo, non dovrebbe essere difficile continuare a pregare con il libro liturgico, rispettando gli orari previsti quando possibile: piuttosto che prendere un altro tipo di libro, credo che sarebbe più utile scegliere le parti che si possono recitare e adattare le singole ore alla situazione concreta.
Un laico, in generale, non è tenuto a rispettare la recita integrale dell’ufficio liturgico: ad esempio, nella preghiera personale può recitare solamente un salmo a scelta fra i tre, piuttosto che usare invocazioni brevi o spontanee, e fare gli “adattamenti” necessari alle singole circostanze .. ma in questo modo si manterrebbe sempre un legame concreto con la preghiera che la Chiesa rivolge a Dio in tutto il mondo!
Proprio questo ampio respiro ecclesiale costituisce il motivo di fondo per invitare i battezzati ad avvicinarsi all’uso della Liturgia delle Ore per la propria preghiera personale.
Resta sempre vero che il cammino spirituale raggiunge la sua pienezza nella partecipazione alla liturgia comunitaria: è infatti in una assemblea di battezzati riunita intorno al ministro ordinato che si realizza simbolicamente il mistero della Chiesa sposa di Cristo che nel suo Spirito affida ogni bisogno e lode al Padre.
22 Maggio 2022
Don Giuseppe