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La famosa “porta del refettorio” del Monastero di Alcobaça in Portogallo

E’ da un pò di tempo che gira su Internet una storiella che riguarda una “porta stretta” in un’accezione “apparentemente” diversa dal solito: sembra infatti che presso il monastero cistercense (di epoca medioevale) di “Santa Maria de Alcobaça” ci sia una porta “acchiappaobeso” di 32 cm, che era utilizzata come unica via per accedere alla propria “razione quotidiana di cibo”, per cui chi non riusciva a passarvi, giocoforza, dimagriva in fretta …

La prima cosa che mi fa ha fatto venire in mente questa immagine, è un trema trattato più volte da Padre Robert Faricy SJ, quando ancora predicava alla “Messa dei malati” mensile della comunità “Cuore di Gesù” a Roma: nelle sue sintetiche ma efficacissime catechesi, parlando del peccato, un giorno si lamentava sostanzialmente del fatto che “sono anni che nessuno mi confessa più peccati di gola”.

Eppure il peccato di gola è uno dei sette peccati capitali, e per convincersene basta ripassare il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto 1866 che recita:

1866 I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l’esperienza cristiana ha distinto, seguendo san Giovanni Cassiano e san Gregorio Magno. Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l’avarizia, l’invidia, l’ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia.

Capitale, appunto, perchè “peccato fondamentale”, cioè, in estrema sintesi, in grado di “genera altri peccati” conseguenti.

E tu, caro fratello o sorella, e anche tu “amico della Gospa”, in particolare tu che violi ogni giorno le policy di Facebook utilizzando come pseudonimo Nome “Medju” Cognome (nei casi più “equilibrati”) … da quanto tempo non confessi un peccato di gola?

Ricorda prima di tutto che questa risposta non la devi a me, ma eventualmente al tuo prossimo confessore, nelle modalità che la coscienza saprà sicuramente suggerirti se gli concedi del tempo di qualità per potergli parlare.

Si, perchè genericamente il tuo primo istinto sarà stato “ma chi si crede questo per usare questi toni?” ed in tal caso stai sicuro che se ciò è avvenuto, la tua coscienza avrà qualcosa di concreto da raccontarti.

Se invece il pensiero sarà stato del tipo “oddio … non ci pensavo più” … allora possiamo iniziare a parlarne, e cercare di capire come sia stato possibile negli anni che un peccato capitale abbia perso così tanto di “visibilità”, al punto tale che la Gospa per più di 30 anni ha fatto di tutto per far si che i suoi figli ne riconsiderassero lo “spessore”, con un eleganza ed una delicatezza inarrivabili, invitando cioè solo a riscoprire il digiuno e citando il termine “gola” in un unico caso, il 14 Gennaio 1989

Figli cari! Vi invito a rinnovare il vostro digiuno in tutti i sensi: digiuno della gola e degli occhi, delle orecchie e della lingua. Fate mortificazioni. In questo modo rinnoverete la preghiera del vostro corpo. E state attenti che Satana in questo tempo cerca di distruggere tutto ciò che avete ottenuto nel giorno di Natale e nelle altre feste.

Ovvio che qui il discorso potrebbe farsi lungo, articolato, con derive teologiche anche profonde … ma la Gospa, apostrofata dal Cardinale Schonborn in più di un occasione come la “miglior teologa pastorale”, non ha mai usato paroloni complessi, piuttosto numerosissime volte ci ha richiamato alla preghiera e al digiuno, senza citare espressamente che nutrirsi oltre quantità “equilibrate” costituisce a tutti gli effetti un “peccato di gola”, lieve o comunque veniale se compiuto nell’ordinarietà della “via moderna”, pian piano più grave se compiuto con malizia, consapevolezza, o fine esclusivo di “godere” di un piacere del gusto finendo persino a danneggiare la salute, non solo in termini dentistici … il tutto poi, come ogni peccato capitale, potrebbe porsi alla base di un certo numero di peccati in altra materia, vissuti col lo stesso spirito di “autocondiscendenza” dei primi … ormai ritenuti da più strutturalmente veniali.

Può un “peccato capitale” essere ritenuto “modernamente veniale”? No che non può, lo suggerisce non solo l’esperienza millenaria della chiesa, ma anche un ragionevole buon senso! Rafforzare la nostra “volontà” con il digiuno, cioè saper dire di “no” con fermezza a quel companatico che ci si presenta davanti, anche solo con l’immaginazione, alle 22:00 del Venerdì, e saper dire “no, domattina” .. è il primo passo per poter saper dire “NO!” al peccato più grave quando si presenterà, e sappiamo tutti che lo farà …

In un cammino spirituale, si inizia prima dalle cose semplici, per poi arrivare alle più complesse … non ci si santifica con le altezze della mistica per poi arrivare a “limare” finezze tipo l’etto di pane in più o il secondo cucchiaino di zucchero nel caffè … si procede esattamente al contrario!

Sappiamo quindi cogliere da queste “immagini” via Internet degli insegnamenti laddove talvolta non ce ne vedremmo senza vivere una vita di preghiera, la qual cosa ci può mettere in un clima di ascolto, ed ascoltando la coscienza possiamo avere più possibilità di fare pulizia anche negli altri angoli del nostro cuore.

Secoli di saggezza monastica hanno individuato nel digiuno, non solo nei sensi in generale, ma in quello dal cibo in particolare, un’esercizio spirituale fondamentale per “fortificare” quella “carne debole” a cui si riferiva Gesù quando affermava che “lo Spirito era Pronto” … riscopriamo quindi il digiuno anche nel “tempo ordinario”, lontani dalla quaresima, lontani da Medjugorje, lontani anche dai solleciti della gospa, dei quali il più recente è comunque datato Febbraio 2021 …

Tintoria di Castagnola 27 Agosto 2021
Ave Maria!
Marco
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[Pubblicato anche su http://maria.reginadellapace.it senza modifiche]

Scritto da:

Marco @ReginaDellaPace.IT

Sono nato il 31 Dicembre 1970, mi occupo di informatica praticamente da sempre, e sono arrivato a Medjugorje il 30 Dicembre 2001: dopo il 50° "viaggio" (da pellegrino, da "guida", da "reporter") ho smesso di contarli.

Attraverso Medjugorje, ma soprattutto attraverso i messaggi, ho ricevuto innumerevoli Grazie, fra le quali quella di essere ancora in vita, e quella di aver raccontato "per via telematica" proprio dal 2002 quanto ho avuto il dono di vivere in questa "oasi di Pace".