Nella Rosarium Virginis Marie, San Giovanni Paolo II scrive nell’introduzione:

II Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato“.

A queste esplicite considerazioni, fanno ecco le parole profetiche di un’altro documento mariano di altissimo spessore spirituale, la “Marialis cultus“, sgorgato dal cuore di san Paolo VI, il quale sottolineava che “Senza contemplazione, il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule“.

Giovanni Paolo II, introducendoci con questa sua lettera alla comprensione di quella che definiva la “sua preghiera prediletta“, afferma in sostanza che il Rosario, basato sulla ripetizione, presuppone una fede viva ed un amore sincero a Cristo Redentore ed alla Vergine Maria:In effetti, esso non è che un metodo per contemplare. Come metodo, va utilizzato in relazione al fine e non può diventare fine a se stesso.

I Mysteria Gloriosa, (misteri della gloria) sono una delle quattro serie di cinque misteri meditati nella preghiera del Rosario che, potremmo dire, mettono in relazione la terra con il cielo, con uno straordinario filo conduttore che parte dalla Risurrezione e giunge all’Incoronazione di Maria.

Considerati attentamente, nella loro cinquina, questi misteri sono un accecante faro di luce che annuncia il trionfo del bene sul male e, se scendiamo più nel profondo della contemplazione di essi, costituiscono un formidabile intreccio con le tre virtù cardini della vita cristiana: fede, speranza, carità.

Si potrebbe obbiettare una certa forzatura teologica in questa mia affermazione, ma tutt’altro! Vi è, se così possiamo dire, una inequivocabile prova del nove, basata sulla Divina Scrittura che prende le mosse a partire dall’enunciazione del primo mistero della Gloria, ossia la Resurrezione.

Allo straziante grido di Gesù in croce, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, grido che riassume tutte le situazioni d’afflizione dell’umanità, risponde nella notte del sabato santo e nel giorno di Pasqua, un gioioso grido di fede, di speranza e d’amore: “Cristo è risorto!”.

E’ grido di fede perché annuncia ciò che per sempre è accaduto in Cristo; è grido di speranza perché annuncia ciò che attende tutti gli uomini e le donne della terra; è grido d’amore perché annuncia la grandezza, la pienezza e la bontà di Dio nei confronti dell’umanità intera, quando vedremo Gesù risorto nella sua sfolgorante gloria.

Ecco come lo descrive il Vangelo di San Matteo: “Ma l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto»” (Mt 28, 5-7)

Gesù è risorto! Con la sua morte ha dimostrato di essere vero uomo e con la sua risurrezione dimostra di essere vero Dio.

La risurrezione di Gesù è un fatto storico, di significato cosmico, è l’inizio del mondo nuovo; è un evento di significato epocale perché trasforma il senso della storia e ne indica la vera direzione.

Amelia 2 Maggio 2020
Don Giuseppe