Carissimi,
oggi Giovedì dell’ottava di Pasqua il Santo Padre pronuncia un omelia completamente ed insistentemente incentrata sul tema della gioia, quella gioia che può essere solo frutto dello Spirito Santo: ve ne raccomando un attenta lettura, possibilmente ri-ascoltando i toni del Santo Padre che in particolare oggi sono stati difficili da rendere con piena efficacia con un testo scritto.
Seguono come al solito la trascrizione della sua monizione introduttiva, il riferimento alle letture, la trascrizione dell’omelia e la preghiera per la comunione Spirituale, oltre a qualche fermo immagine dalla diretta della celebrazione.
Terni 16 Aprile 2020
Ave Maria!
Marco.
In questi giorni mi hanno rimproverato perché ho dimenticato di ringraziare un gruppo di gente che anche lavora: ho ringraziato i medici, gli infermieri, i volontari, “ma lei si è dimenticato dei farmacisti!”; anche loro lavorano tanto, per aiutare gli ammalati ad uscire dalla malattia, preghiamo anche per loro.
Ottava di Pasqua
Antifona d’Ingresso
Si leva un coro di lodi, o Signore,
alla tua vittoria,
perché la sapienza
ha aperto la bocca dei muti
e ha sciolto la lingua dei bambini.
Alleluia.
Colletta
O Padre, che da ogni parte della terra hai riunito i popoli per lodare il tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, nati a nuova vita nelle acque del Battesimo e animati dall’unica fede, esprimano nelle opere l’unico amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te…
Letture: At 3, 11-26; Sal.8; Lc 24, 35-48.
In questi giorni a Gerusalemme la gente aveva tanti sentimenti: la paura, lo stupore … il dubbio …
«In quei giorni, mentre lo storpio guarito tratteneva Pietro e Giovanni, tutto il popolo, fuori di sé per lo stupore»: c’è un ambiente non tranquillo, perché … accadevano cose che … non si … capivano.
E il Signore è andato dai suoi discepoli: anche loro sapevano che era risorto già, anche Pietro lo sapeva perché aveva parlato con Lui quella mattina; questi due che tornarono da Emmaus lo sapevano, ma quando il Signore è apparso si spaventarono: «sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma».
La stessa esperienza l’avevano avuta sul lago, quando Gesù è venuto camminando sulle acque, ma in quel tempo Pietro, facendosi coraggioso, ha scommesso (con) il Signore, ha detto “Ma, se sei tu mandami ad andare sulle acque”; questo giorno Pietro era zitto, aveva parlato col Signore quella mattina e … di quel dialogo nessuno sa cosa si siano detti, e per questo era zitto; ma erano così … pieni di paura, sconvolti, credevano di vedere un fantasma, e lui dice “ma no”, «Perché siete turbati», «perché sorgono dubbi nel vostro cuore?», “guardate le mani, i piedi …”: gli fa vedere le piaghe, quel tesoro di Gesù che … lo ha portato in cielo per farlo vedere al Padre e intercedere per noi.
«Toccatemi e guardate un fantasma non ha carne e ossa», e poi vi è una frase che a me da tanta consolazione, e per questo … questo passo del Vangelo è uno dei miei preferiti: «Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore», la gioia gli impediva di credere! Era tanta quella gioia che “no, questo non può essere vero”, questa gioia non è reale, è troppa gioia! E questo gli impediva di credere.
La gioia, i momenti di grande gioia: erano strapieni di gioia, ma paralizzati per la gioia; e la gioia è uno dei … dei desideri che Paolo fa ai suoi di Roma: “Che il Dio della speranza vi riempia di gioia” gli dice; riempire di gioia, essere pieno di gioia, è l’esperienza della consolazione più alta, quando Signore ci fa capire che … che questa è un’altra cosa di essere allegro, e positivo, luminoso: no, è un’altra cosa essere gioioso, ma pieno di gioia, una gioia traboccante, così, che ci prende da pieno … e per questo Paolo gli augura che “il Dio della Speranza vi riempa di Gioia”, ai Romani; e quella parola, quella espressione “riempire di gioia”, va ripetuta tante, tante volte.
Per esempio quando accadde quel “successo” del carcere, e Pietro salva la vita al carceriere che era (li) per suicidarsi, perché … si erano aperte le porte, poi il terremoto, e poi gli annuncia il Vangelo, lo battezza … e il carceriere, dice la Bibbia, era pieno di gioia per aver creduto; lo stesso accade col “ministro dell’economia” della Candacia (At 8,26-39), quando Filippo lo battezzò, e su … sparì, lui seguì il suo cammino pieno di gioia; e lo stesso successe nel giorno dell’Ascensione: i discepoli tornarono a Gerusalemme, dice la Bibbia “pieni di gioia“, e la pienezza della consolazione, la pienezza della Presenza del Signore, perché come Paolo dice ai Galati “la gioia è il frutto dello Spirito Santo”, non è la conseguenza delle emozioni che scoppiano per una cosa meravigliosa, no .. è di più: questa gioia, questa che ci riempe, è il frutto dello Spirito Santo, senza lo Spirito non si può avere questa Gioia!
Ricevere la gioia dello Spirito: è una Grazia.
Mi viene in mente gli ultimi numeri, gli ultimi paragrafi della Enciclica “Evangelii nuntiandi” di Paolo Sesto, quando parla dei Cristiani gioiosi, degli evangelizzatori gioiosi, e non di quelli che vivono sempre giù: oggi è un giorno bello per leggerlo.
Pieni di gioia: è questo che … ti dice la Bibbia, ma perché per la gioia non potevano credere, era tanta che non credevano.
C’è un passo del libro di Neemia, che ci aiuterà oggi in questa riflessione sulla gioia: il popolo, tornato a Gerusalemme, ha ritrovato il libro della legge, è stato scoperto di nuovo, perché loro sapevano la legge a memoria, ma il libro della legge non lo trovavano: grande festa e tutti … tutto il popolo si riunì per ascoltare il sacerdote essere che leggeva il libro della legge, e il popolo commosso piangeva, piangeva di gioia, perché aveva trovato proprio il libro della legge, e piangeva, era gioioso, e pianto … alla fine, quando il sacerdote Esdra finì, Neemia disse al popolo “State tranquilli, adesso non piangere più: conservate la gioia, perché la gioia nel Signore è la vostra forza“.
Questa parola del libro di Neemia ci aiuterà oggi: la grande forza che noi abbiamo per trasformare, per predicare il Vangelo, per andare avanti come testimoni di vita e la gioia del Signore, che è frutto dello Spirito Santo, e oggi chiediamo a Lui, di concederci questo frutto.
Le persone che non possono comunicarsi fanno adesso la comunione spirituale:
Gesù mio,
credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare.
Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te.
Non permettere che mi abbia mai a separare da Te.