Carissimi,
della Santa Messa di oggi mi viene da sottolineare che il tempo dedicato all’adorazione silenziosa al momento della comunione è stato più lungo del solito, quasi 8 minuti … il Santo Padre ha rivolto il proprio pensiero accorato a tutti i deceduti nella “prima linea” del servizio agli ammalati, ringraziando Dio per il loro esempio di eroicità.
Vi lascio con la trascrizione della monizione introduttiva, il riferimento alle letture, la trascrizione dell’omelia, ed il testo della comunione spirituale, oggi dalla preghiera di Sant’Alfonso Maria de Liguori.
Terni 24 Marzo 2020
Ave Maria
Marco.
Ho avuto la notizia che in questi giorni sono venuti a mancare alcuni medici, sacerdoti, non so se qualche infermiere … ma si sono contagiati, hanno preso il male, perché erano al servizio degli ammalati: preghiamo per loro e per le loro famiglie, e ringrazio Dio per l’esempio di eroicità che ci danno nel curare gli ammalati .
«Voi che avete sete, venite alle acque»,
dice il Signore;
«anche voi, che non avete denaro,
venite, e dissetatevi con gioia».
Nel nome del Padre …
Letture: Ez 47, 1-9. 12; Sal.45; Gv 5, 1-3. 5-16.
La liturgia di oggi ci fa riflettere sull’acqua: l’acqua come simbolo di salvezza; è un mezzo di salvezza, e l’acqua è anche un mezzo di distruzione: pensiamo al diluvio, no?
Ma … in queste letture, l’acqua è … per la salvezza.
Nella prima lettura quell’acqua che porta la vita, che “risana” le acque del mare … l’acqua nuova, che risana.
Il Vangelo … la piscina, quella piscina dove andavano i malati, piena d’acqua, per risanarsi perché … si diceva che … ogni tanto si muovevano le acque, come fosse un fiume, perché un angelo scendeva dal cielo a muoverle, e il primo o i primi che si buttavano nell’acqua erano guariti, e tanti, come dice Gesù, e tanti malati, no … giacevano un grande numero di infermi, ciechi, zoppi paralitici lì, aspettando la guarigione, che si muovesse l’acqua …
Si trovava li un uomo che da trentotto anni era malato: trentotto anni lì, aspettando la guarigione!
Fa pensare questo no? E’ un po’ troppo no? Perché … uno che vuole essere guarito si arrangia, per … avere qualcuno che lo aiuti, che lo … si muove, è un po’ svelto, anche un po’ furbo … no?
Questo, 38 anni lì, al punto che non si sa se è ammalato o morto … no?
Gesù, vedendolo giacere, e sapendo la realtà, che era da molto tempo li, gli disse <<Vuoi guarire?>> … e la risposta è interessante: non dice di si, si lamenta: della malattia? No! Rispose il malato: <<Signore non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita; mentre infatti sto per andarvi>> – sto per prendere la decisione, e andare – <<un altro scende prima di me>>: l’uomo che sempre arriva in ritardo.
Gesù gli disse: <<Alzati, prendi la barella e cammina!>>.
All’istante quell’uomo guarì.
Ci fa pensare l’atteggiamento di quest’uomo: era malato? Sì forse, qualche paralisi aveva … ma … sembra che poteva camminare … qualcosa, ma era malato del cuore, era malato dell’anima, era malato di pessimismo, era malato di tristezza, era malato di acedia!
Questa è la malattia di quest’uomo: si, voglio vivere, ma … stava lì.
Ma … la risposta è “sì voglio essere guarito?”
No, è lamentarsi: “ma, ci sono gli altri che arrivano prima”, sempre gli altri …
La risposta all’offerta di Gesù per guarire è una lamentela contro gli altri: e così 37 anni lamentandosi degli altri, e non facendo nulla per guarire.
E’ un sabato, abbiamo sentito cosa hanno fatto i dottori della legge, ma … la chiave è l’incontro con Gesù dopo … lo trovò nel tempio, e gli disse <<ecco, sei guarito, non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio>>.
Quell’uomo era in peccato, ma non era lì perché (ne) aveva fatta una grossa, no … il peccato di “sopravvivere”, e lamentarsi … della vita degli altri, il peccato della tristezza, che è il seme del diavolo, di quella … incapacità di prendere una decisione sulla propria vita!
Ma si, guardare la vita degli altri per lamentarsi, non per criticarli … per lamentarsi: loro vanno prima, io … io sono la vittima di questa vita, eh … le lamentele …. respirano lamentele, questa gente.
Se noi facciamo un paragone con il cieco dalla nascita che abbiamo ascoltato domenica scorsa, l’altra domenica, ma con … con quanta gioia e con quanta decisione aveva preso la guarigione, e anche con quanta decisione è andato a discutere con i dottori della legge.
Questo soltanto andò e informo: si, è quello, punto, senza compromesso con la vita.
Mi fa pensare a tanti di noi, tanti cristiani che vivono questo stato di “acedia”, incapaci di fare qualcosa ma lamentandosi di tutto: l’accidia è un veleno, è una nebbia che circonda l’anima, e non la fa vivere … e anche è una droga, perché … se tu l’assaggi, spesso, piace … e tu finisci un tristo-dipendente, un acedia-dipendente … è come l’aria … e questo è un peccato abbastanza abituale fra noi: la tristezza, l’accidia non dico la malinconia, ma (ci) si avvicina.
Ci farà bene rileggere questo capitolo quinto di Giovanni, per vedere com’è questa malattia nella quale possiamo cadere: l’acqua è per salvarsi, ma io non posso salvarmi, perché? Perché la colpa è degli altri … e rimango 38 anni.
Gesù mi guarì … non si vede la reazione di altri che sono guariti, che prendono la barella e ballano, cantano, danno grazie, lo dicono a tutto il mondo … no, va avanti … gli altri gli dicono che non si deve fare … “insomma, quello che mi ha guarita mi ha detto di sì, e va avanti” … e poi, invece di andare da Gesù (a) ringraziarlo … informa: “è stato quello …”
Una vita grigia, ma grigia di questa cattivo spirito che è l’acedia, l’accidia la tristezza, la malinconia …
Pensiamo all’acqua, quell’acqua che è simbolo della nostra forza, della nostra vita, l’acqua che Gesù ha usato per rigenerarci: il battesimo; e pensiamo anche a noi se … se qualcuno di noi ha il pericolo di scivolare su questa accidia, su questo peccato “neutrale”, il peccato del neutro è questo: “né bianco né nero”, li, non si sa cosa sia … e questo è un peccato che il diavolo può usare per annientare la nostra vita spirituale e anche la nostra vita di di persone.
Che il Signore ci aiuti a capire quanto brutto è, e quanto maligno è questo peccato.
Facciamo la Comunione Spirituale
<<Gesù mio, credo che sei veramente presente nel santissimo sacramento dell’altare.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io ti abbraccio, e tutto mi unisco a Te: non permettere che io mi abbia mai a separare da Te.>>